Pecoranera e Scollocamento


A metà maggio, alla libreria Lovat di Trieste, ho ascoltato due presentazioni in una, quella di Devis Bonanni per il suo “Pecoranera” (Marsilio editore) e quella di Simone Perotti per il suo “Ufficio di scollocamento” (edizioni Chiarelettere).

Come gli stessi autori hanno chiarito, non si tratta di proporre e raccontare La strada, ma Una strada. Ognuno troverà la sua.

Cosa ho capito e cosa sto rimuginando? Cerco di dirlo sinteticamente a modo mio. Il punto è che così come siamo messi, non funzioniamo più. Ci siamo “impallati”. Menti, cuori, aspirazioni, indoli, pensiero riflessivo, pensiero creativo, voglia di fare, concretizzare, attuare, gira tutto a vuoto dentro di noi e fuori di noi, mi pare di essere su una bici con la catena rotta, pedalo… pedaliamo pedaliamo pedaliamo ma dove cavolo stiamo andando?! Relax, attenzione, c’è di che fermarsi a riflettere…

Qualcuno ha già chiuso gli occhi per un momento, ha messo in moto quel briciolo di anima che abbiamo stipato stretta da qualche parte, e quindi si è messo a percorrere un altro sentiero. Nuovo. Il suo. E di nessun altro. Il suo.

In “Pecoranera” di Devis Bonanni: ho letto un’avventura esistenziale quasi estrema, un racconto schietto e pratico. Sta trovando grande successo e pubblico entusiasta, come Simone Perotti, pioniere in questo... chiamiamolo stile. Non ho ancora letto il suo libro, ma su you tube e sul suo blog ho prestato attenzione al suo lavoro. Prossimamente vorrei dedicargli un post.

Il blog di entrambi:
e c'è molto materiale su di loro su you tube.

“Pecoranera” l’ho preso e assorbito in un giorno e mezzo, per chi è arrivato a leggere fino a qui questo lungo post, svelo una cosetta, ho scoperto che questo giovane autore abita in un paese molto vicino, vicinissimo, a quello in cui io e la mia famiglia abbiamo una casetta, ristrutturata con molta fatica negli anni. Tra poco potremo finalmente viverla. All’inizio c’era l’idea di portarci lì con un’idea di vita assai simile a quella di Devis, ok molto meno estrema, ma come concetto direi che c’eravamo. Però appunto, negli anni, le prospettive sono un po’ cambiate, le idee si sono sviluppate in altre direzioni, pur mantenendo il concetto di base, abbiamo tracciato il nostro sentiero. Il nostro. Che ci porterà lì, sì, ma anche altrove. Per adesso, foto dei dintorni.



Commenti

chiara ha detto…
grazie per questo post meraviglioso!! perchè è tempo di riflettere!!!
mi sono emozionata moltissimo leggendo!
sai il figlio di una mia parente, da sempre amante della natura, degli animali ha scelto di vivere in una casetta in un bosco ormai da vari anni, lui ha trovato la sua strada riconciliandosi con la natura :)
A volte anche io vorrei scappare e vivere solo in mezzo alla natura, nutrendomi di aria e prodotti della terra.
Non mi interessa correre, seguire il fiume umano che ogni giorno ti dice cosa fare e dove andare.
Io ho deciso di precorrere la mia strada fatta di lentezza.

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