Intervista a Fulvia Degl'Innocenti


Fulvia Degl'Innocenti è nata a la Spezia, e, dopo la laurea in pedagogia, è arrivata a Milano per seguire un corso di giornalismo. Per un po' di anni ha contemporaneamente studiato, insegnato alle scuole elementari, collaborato con moltissimi giornali, tra cui il "Corriere della sera", il "Giorno", "Famiglia Cristiana", "Focus",  ha condotto programmi radiofonici alla Rai, ha fatto il critico cinematografico per una serie di riviste.
Poi, il 12 settembre 1994, proprio il giorno del suo compleanno, è stata assunta al "Giornalino", il settimanale per ragazzi della Periodici San Paolo, dove lavora tuttora con la qualifica di caposervizio e  cui poi nel tempo si è affiancato il mensile "G Baby".
Ha pubblicato libri per bambini e ragazzi per svariate case editrici, tra cui Bruno Mondadori, EL, Piemme, Il Gioco di leggere, Lavieri, Edizioni San Paolo. In particolare con il suo romanzo per giovani adulti "La ragazza dell'Est" ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Bancarellino. Dal 2004 dirige la collana "Il parco delle storie" per le Edizioni Paoline.



l'autrice al centro


Come mai ha deciso di scrivere per i bambini e i ragazzi?

Se per scrittura si parla di quella giornalistica, prima di approdare a un giornale per ragazzi (un po’ per caso in verità) ho lavorato per numerose testate da adulti. Poi, una volta arrivata nella redazione del Giornalino, ho conosciuto la scrittrice Lodovica Cima, proprio nel momento in cui stava per dare vita a una nuova collana di libri per ragazzi per Bruno Mondadori. Mi sono ricordata che da piccola volevo fare la scrittrice, e l’ho confessato, così di getto. “Mi piacerebbe scrivere un libro!”. Lei mi ha detto: “Prova!”, e io l’ho fatto. Mi è venuto bene in effetti (il primo libro si chiamava “La danza delle carote”) e mi è piaciuto così tanto che non ho più smesso.

Ha mai sognato un personaggio che aveva inventato per una sua storia?

Io miei sogni sono molto articolati, vere e proprie avventure e disavventure, in cui finiscono tante persone e situazioni reali, che assumono contorni a volte grotteschi, altre volte emozionanti. Sogno molto i bambini, i neonati, e li sento tutti come veri e dopo averli sognati non li dimentico più. Ma i personaggi delle storie fanno parte di un sogno che faccio da sveglia, e mi vengono a trovare nei momenti più impensati, e una volta che li ho creati mi affeziono molto a loro. Come al mio folletto cuoco che cucina sorrisini assortiti e torte del coraggio, o al mio ranocchio che vuole diventare un principe, o alla mia principessa capricciosa che mangia fino a diventare tonda come un oblò.

Ci racconta quando scrive, il suo tavolo da lavoro e se preferisce la carta o il pc?

La carta ormai mi serve solo per appuntare le interviste che faccio per il giornale. Scrivo al Pc, nella mia stanza tuttofare che è cucina, tinello, soggiorno, studio. Lo faccio quei sabati e quelle domeniche che i miei due bambini sono con il papà. Mi sveglio presto, niente radio perché mi distraggo, qualche spuntino da sgranocchiare, e largo alle parole che si materializzano sotto i colpi vibranti delle mie dita sulla tastiera.


Ci sono delle consuetudini, situazioni o atmosfere che cerca di ritrovare o ricreare perché aiutano il suo processo creativo?

Io ho scritto di tutto, dalle fiabe per i piccolini ai romanzi, alle opere di divulgazione. Ogni tipo di scrittura richiede un diverso impegno. Per alcuni libri la creatività sta nell’idearli e nel progettarli, poi vengono da sé. Una fiaba invece è un’esplosione, tutto subito. Un romanzo è fatica, è leggere e rileggere, è immedesimarsi nei personaggi per aderire alle loro emozioni e vissuti vestendoli con le proprie. E allora mi ritrovo a tradurre le emozioni in gesti per sentirli meglio dentro di me.

Quando nasce un nuovo racconto?

Una fiaba (ma anche un romanzo) scaturisce anche solo da un nome buffo, da un pensiero improvviso, da una visione: è come se fosse il nocciolo intorno al quale poi arrivano a frotte tutte le altre parole. Faccio due esempi: un giorno camminavo a passo spedito come faccio sempre per tornare a casa dall’ufficio. A un certo punto ho proprio avuto la sensazione di essere raggiunta nella mente da omuncolo gommoso, che si chiamava gommo. Non so davvero da dove sia spuntato, però era con me. E così che racconto ai bambini il mio incontro con il protagonista di “Il sapore del Gommo”. La storia del romanzo per San Paolo che uscirà a ottobre è arrivata invece mentre guidavo: era sera, ed ero a una rotonda nella strada per Pavia. Una visione di una ragazza su una spiaggia che lancia una bottiglia di plastica in mare a cui consegna tutto il suo dolore e la sua solitudine di “sopravvissuta”.

Alcuni affermano che la letteratura per i ragazzi è di serie B.
Cosa rispondere a chi la pensa così?

Che nella letteratura per ragazzi ci sono le stesse infinite gradazioni che si ritrovano in quella per adulti. Dalla serialità che è solo mestiere ai capolavori, che rendono l’umanità all’umanità stessa in una cornice immortale.  La riflessione che mi viene da fare sempre più spesso è; quanto c'è ancora di squisita letteratura in tutto quello che si pubblica e che si legge?
Che, non dimentichiamolo, sarebbe un’arte. Raccontare bene le storie è altro. Per questo preferisco definirmi un cantastorie.

C’è qualcosa che vorrebbe lasciar detto in questa intervista?
Una riflessione, un pensiero, un messaggio, ciò che preferisce, ci dica.

Ripeto una frase che ho scritto sul mio blog, e che sento molto vera: “Le storie sono la vita stessa che si reinventa, le storie sono di tutti, e dentro a ogni cosa”. E aggiungo che come la vita se non c’è autenticità, se ciò che si racconta non è collegato con un’urgenza forte, un sentire profondo che magari può anche rivestirsi con i toni scanzonati di una fiaba, allora ciò che si scrive lascerà poche tracce in chi ci legge. Intrattenere il lettore piacevolmente è bello. Contagiarlo con la propria autentica emozione ha tutto un altro sapore e valore.



Il sito dell'autrice http://fulviadeglinnocenti.wordpress.com/

Se qualcuno, per qualsiasi motivo, volesse utilizzare anche solo in parte l’intervista presente in questo post, dovrà chiedere esplicita autorizzazione all’autore che ha fornito le risposte.




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